rosado

14 agosto 2007

Guarda il panorama.../Look at the view

Coney Island

Uno dei miei Blog preferiti è quello di Melody Ross per la quale ho una stima smisurata. E' una donna davvero incrediile, e nei suoi post incoraggia sempre con calore ed entusiasmo per la vita anche nei momenti più duri.
In un suo recentissimo post è riportato un brano di Anna Quindlen, giornalista, scrittrice e premio Pulitzer 1992.
Mi ha colpito così tanto, ritrovandomi in moltissime delle cose scritte, che ho deciso di tradurlo e riportarvelo qui nel mio blog, perchè possa essere di spunto anche per chi non conosce l'inglese.
___________________________________________________________________

Discorso di apertura fatto dall’autrice e premio Pulitzer Anna Quindlen alla Villanova University.

Sono una scrittrice. Il mio lavoro è la natura umana. La vita reale è tutto ciò che conosco. Non confondete mai le due cose, la vostra vita e il vostro lavoro.

Potrete uscire da qui oggi pomeriggio con solo una cosa che nessun altro ha. Ci sono centinaia di persone la fuori che hanno il vostro stesso attestato: ci saranno migliaia di persone che fanno ciò che volete fare voi per vivere. ma voi sarete l’unica persona che ha la custodia esclusiva della vostra vita.

La vostra vita in particolare. La vostra intera vita. Non solo la vostra vita alla scrivania, o la vostra vita sull’autobus, o in macchina, o al computer. Non solo la vita della vostra testa, ma la vita del vostro cuore. Non solo il vostro conto in banca, ma la vostra anima.

La gente non parla più molto dell’anima. E’ molto più facile scrivere un curriculum che lavorare sullo spirito. Ma un curriculum è un freddo conforto nelle notti di inverno, o quando siete tristi, o a pezzi, o soli, o quando avete avuto indietro i risultati del vostro test e non sono così buoni.

Ecco il mio curriculum. Sono una buona madre di 3 figli. Ho cercato di non lasciare mai che il mio lavoro si mettesse davanti all’essere un buon genitore. Non considero più me stessa il centro dell’universo. Mi mostro. Ascolto. Cerco di ridere. Sono una buona amica per mio marito. Ho cercato di fare dei voti matrimoniali quello che dicono.

Sono una buona amica per i miei amici, ed essi lo sono con me. Senza di loro non ci sarebbe nulla da dirvi oggi, perché sarei una tabula rasa. Ma li chiamo al telefono, e li incontro per pranzo. Sarei un disastro, o al più mediocre nel mio lavoro, se tutte le altre cose non fossero vere. Non potete davvero essere i primi a valutare il vostro lavoro se, il vostro lavoro è tutto ciò che siete.

Perciò ecco cosa voglio dirvi oggi: abbiate una vita, una vera vita, non un maniaco inseguimento della prossima promozione, dello stipendio più alto, della casa più grande.

Pensate che vi preoccuperebbero davvero così tanto queste cose se un pomeriggio aveste un aneurisma , o trovaste dei noduli nel vostro petto? Vivete una vita in cui notate l’odore dell’acqua salata che si infrange sulla costa, una vita in cui vi fermate a osservare un falco dalla coda rossa girare sopra l’acqua o il modo in cui un bimbo aggrotta la fronte concentrato quando cerca di raccogliere un cereale con due dita. Vivete una vita in cui non siete soli. Trovate persone che amate, e che vi amino. E ricordate che l’amore non è comodità ma lavoro. Tirate su il telefono, mandate una mail, scrivete una lettera.

Vivete una vita in cui siate generosi. E comprendete che la vita è la cosa migliore di tutte e che non c’è convenienza nel darla per scontato. Prendetevi cura della sua bontà così profondamente da spargerla intorno. Prendete i soldi che avreste speso in una birra e dateli a chi ha bisogno. Lavorate ad una mensa, siate sorelle o fratelli maggiori.

Tutti voi volete fare bene ma se non fate anche del bene allora fare bene non sarà mai abbastanza.

E’ così facile sprecare le nostre vite, i nostri giorni, le nostre ore, i nostri minuti. E’ così facile dare per scontato il colore degli occhi dei nostri bambini, il modo in cui la melodia di una sinfonia cresce, e cade e scompare per risorgere ancora.

E’ così facile esistere invece di vivere. Ho imparato a vivere tanti anni fa. Ho imparato ad amare il viaggio , non la destinazione. Ho imparato che non è una prova in costume e che l’oggi è l’unica garanzia che abbiamo.

Ho imparato a guardare il buono che c’è nel mondo e tentare di darne indietro un po’ perchè ci credo completamente. E ho cercato di farlo, in parte, raccontando agli altri cosa ho imparato.

Dicendogli questo:

Considerate i fiori nei campi osservate la lanugine sulle orecchie di un bebè.

Leggete in cortile con il sole in faccia, imparate ad essere felici. E pensate alla vita come a una malattia terminale, perché se fate così la vivrete con gioia e passione come dovrebbe essere vissuta. Nessun uomo sul suo letto di morte ha mai detto che avrebbe desiderato passare più tempo in ufficio.

Ho trovato uno dei miei migliori insegnanti sulla passerella a Coney Island forse 15 anni fa. Era Dicembre e stavo facendo un pezzo su come i senzatetto sopravvivono durante i mesi invernali.

Ci siamo seduti insieme sul bordo di legno della passerella con i nostri piedi a penzoloni e lui mi ha parlato del suo programma: fare una panoramica del boulevard quando la folla estiva era andata, dormire in una chiesa quando la temperatura scendeva troppo sotto e gelava, nascondersi dalla polizia fuggendo come un ciclone e altre corse della stagione. Ma mi disse che per la maggior parte del tempo se ne stava sulla passerella di fronte all’acqua, proprio nel modo in cui eravamo seduti ora, anche quando faceva freddo e doveva mettersi addosso i giornali dopo averli letti.

E gli chiesi perché non andasse in qualche riparo, perché non andasse a farsi controllare all’ospedale per disintossicarsi, e lui si rivolse all’oceano e mi disse: “ guarda il panorama, giovane donna, guarda il panorama”

E ogni giorno, in qualche piccola maniera, cerco di fare ciò che mi disse, cerco di guardare il panorama. E questa è l’ultima cosa che voglio dirvi oggi. Parole di saggezza di un uomo senza un soldo in tasca nessun posto dove andare, nessun posto per essere. Guardate il panorama, non ne sarete mai delusi.

Anna Quindlen
____________________________________________________________________

Ecco questo è il mio modo di augurarvi un buon ferragosto, che non passi troppo in fretta ma che abbiate modo di viverlo e assaporarlo in ogni istante e di fermarvi abbastanza per osservare il panorama davanti a voi! :)

I've translate into Italian a piece of Pulitzer Prize winning autor Anna Quindlen that I found on Melody Ross Blog for the Italian readers, though I think it's better you read it directly in English there !

That's my way of wishing you an Happy Ferragosto "Summer Solstice", hoping you can find the time to look at the view, tomorrow!

2 commenti:

Simona ha detto...

Ciao stefi,
ho letto con molto piacere queste "emozionanti parole"
Sono in sintonia con esse e per fortuna ho imparato a guardare "il panorama"!!!
Penso però che per riuscire davvero a guardare le piccole quotidianità serve molta strada... dentro se stessi. Quando abbiamo il coraggio e la fortuna di esplorare veramente dentro i nostri cuori allora un giorno inaspettatamente ci accorgiamo di aver vissuto con un velo che copriva i nostri occhi...
Ma è bello provarlo, più difficile spiegarlo!
Un bacio Simona

Roberta ha detto...

Cara Stefy, queste profonde parole ti fanno pensare a lungo e se solo ognuno di noi le vivesse tutte allora saprebbe veramente apprezzare il panorama.
Grazie per l'emozione ... un bacio Roberta